Articolo pubblicato sul Corriere della sera il 12 maggio 2024

AL VIA L'ITER PER IL DISEGNO DI LEGGE

Ha preso il via l’iter del disegno di legge del Governo in tema di utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA); le basi sembrano gettate ma spetterà comunque al Parlamento decidere gli aspetti più rilevanti per lo sviluppo e l’applicazione dell’IA nel nostro Paese seguendo la strada segnata dall’Europa: utilizzo corretto e responsabile, trasparenza, dimensione antropocentrica, il tutto nella logica di prevenire i rischi e cogliere le opportunità.

Dovranno assumersi scelte importanti: una governance credibile, strumenti per assicurare la necessaria trasparenza e la “sorveglianza”  umana sulle decisioni, un sistema di tutela affidabile per salvaguardare le posizioni di diritto e di interesse dei cittadini.

Non sarà facile. L’IA è una tecnologia che cambia rapidamente e le norme rischiano di nascere già superate. In più non è facile nemmeno prevederne con esattezza le potenzialità di sviluppo, per cui sarà necessario mantenere alto il livello di conoscenza e di competenza.

Mantenendo l’attenzione all’ambito pubblico, la prima questione che viene in evidenza è far sì che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non comporti un arretramento dei diritti già riconosciuti ai cittadini nelle procedure amministrative: trasparenza, diritto alla motivazione, partecipazione, accesso ai documenti e alle prestazioni. Sarà importante che ogni novella parta dal quadro normativo esistente e che si inseriscano le future regole per l’utilizzo dell’IA nella legge sul  procedimento amministrativo e nel codice dell’amministrazione digitale.

La spiegabilità e la conoscibilità delle decisioni assunte mediante l’utilizzo di algoritmi tradizionali (Cons. Stato nn. 2270/2019, TAR Napoli 7003/2022) non potranno assicurarsi con gli algoritmi di apprendimento; sarà, quindi, necessario individuarne, in caso,  gli ambiti di utilizzo e le informazioni da fornire ai cittadini per garantirne, per quanto possibile, la comprensione. La trasparenza con i suoi tradizionali strumenti dovrà essere declinata tenendo conto della opacità connaturata ai sistemi di IA: gli obblighi di pubblicazione, l’accesso civico e l’accesso ai documenti vivranno inevitabilmente una diversa stagione in attesa di sistemi di IA “spiegabili”.

C’è poi il tema della responsabilità in capo al funzionario pubblico per i provvedimenti e i procedimenti in cui sia stata utilizzata l’intelligenza artificiale, che potrebbe portare a delle resistenze verso le nuove tecnologie. Il Regolamento europeo, in dirittura di arrivo, prevede, quanto agli utilizzatori di sistemi di IA, che la sorveglianza umana venga affidata a persone che dispongano della competenza, della formazione e dell'autorità e del sostegno necessario. Si profilano all’orizzonte riflessioni serie sulla riforma della pubblica amministrazione.

Su questo fronte, nel frattempo, andrebbe orientata la ricerca per fare in modo che si individuino ambiti di operatività comuni alle diverse procedure amministrative e che si sviluppino sistemi affidabili e “certificati” che sollevino almeno in parte dalla responsabilità i funzionari pubblici e che non si privino comunque le pubbliche amministrazioni di una ventata di efficienza e di opportunità di maggior sviluppo.

Infine, in tema di tutela, va considerato che la decisione assunta attraverso IA può anche essere errata, come può esserla quella del funzionario umano. Non si potrà pretendere dalla macchina la perfezione assoluta. Ciò che invece sarà indispensabile è avere una tutela giudiziaria solida, quale concreto ed effettivo presidio della “riserva di umanità” tanto declamata. Va, infatti, rammentato che i sistemi di IA, per quanto molto intelligenti e sfidanti per l’operatore umano, rappresentano comunque uno strumento per soddisfare i bisogni delle persone, da utilizzare a supporto delle capacità e dell’agire umano. E’ per questo che sarà necessario che la futura disciplina mantenga fermo l’attuale assetto giurisdizionale e che si individui il giudice “naturale” secondo gli ordinari criteri anche in caso di cattivo funzionamento di un sistema di intelligenza artificiale.